Pubblicato il: 11/12/2024
La pensione di garanzia per i giovani è tornata alla ribalta grazie alla Legge di Bilancio 2025, con un emendamento (il n. 24.012) presentato dal Partito Democratico. Sebbene la proposta fosse stata già avanzata lo scorso anno, non era stata attuata a causa della mancanza di fondi.
Ora, con un nuovo progetto in discussione, la proposta potrebbe diventare realtà se verrà approvata nel testo definitivo della legge di bilancio, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2025. Pertanto, bisognerà attendere l'approvazione finale della legge per capire i dettagli operativi e come funzionerà concretamente.
Il sostegno per questa misura è forte, specialmente da parte dei sindacati, che vedono in essa una risposta alla crescente incertezza riguardo il futuro pensionistico delle generazioni più giovani, quelle nate negli anni '80 e '90, oggi quarantenni, trentenni e ventenni.
La misura è, infatti, pensata soprattutto per i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1° gennaio 1996, quando è stato introdotto il sistema contributivo, che penalizza chi ha avuto carriere discontinue, come accade per molti giovani di oggi, che lavorano con contratti a tempo determinato, a progetto o part-time.
Cosa prevede la proposta di introduzione della pensione di garanzia
L’obiettivo principale della pensione di garanzia è stabilire una pensione minima per chi non riesce a raggiungere un assegno adeguato con i soli contributi versati durante la propria carriera. In pratica, si interviene con due strumenti principali:
- Introduzione di un Assegno di garanzia: questa misura prevede l'integrazione del trattamento pensionistico, in modo che i giovani – che non riescono a raggiungere una pensione dignitosa con i soli contributi versati – ricevano una parte aggiuntiva.
- Maggiorazione della pensione minima: l'idea è quella di garantire un importo minimo di pensione a chi, a causa dei contratti precari, non accumula abbastanza contributi. Inoltre, si pensa di includere anche i periodi di ricerca attiva del lavoro o di lavoro di cura, riconoscendo come validi ai fini pensionistici i periodi in cui una persona, pur non lavorando, è stata impegnata in attività che potrebbero essere utili per il riconoscimento dei contributi. Tra le soluzioni proposte c'è anche la possibilità di riconoscere contributi figurativi per periodi di disoccupazione involontaria, di formazione o di lavori saltuari.
Il finanziamento della pensione di garanzia
Per finanziare questa misura, è stato proposto di istituire un fondo specifico, che dovrebbe crescere progressivamente nei prossimi anni:
- 100 milioni di euro per il 2025;
- 200 milioni di euro per il 2026;
- 300 milioni di euro a partire dal 2027.
Questi fondi saranno utilizzati per garantire l’attuazione della pensione di garanzia e coprire i costi legati all'integrazione delle pensioni più basse.
Vai alla Fonte [mc4wp_form id="5878"]