Pubblicato il: 04/12/2024
Le due principali modalità ordinarie per accedere alla pensione con 20 anni di contributi sono la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata contributiva.
La prima consente il pensionamento a 67 anni di età, purché si abbiano almeno 20 anni di contributi versati. Tuttavia, per coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995, è richiesto che l’importo della pensione sia pari almeno all’assegno sociale, per poter accedere a questa forma pensionistica.
Un’altra opportunità è riservata alle lavoratrici che abbiano iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995: le donne che rientrano in questa categoria possono anticipare l’uscita dal lavoro grazie al numero di figli avuti. Tra i cambiamenti per il 2025, si segnala infatti un aumento degli sconti sull’età pensionabile: ogni figlio consente di ridurre di 4 mesi l’età per il pensionamento, con una riduzione complessiva fino a 16 mesi per chi ha quattro o più figli. In questo modo, l’età minima per uscire dal lavoro scenderebbe a 65,8 anni.
La pensione anticipata contributiva è, invece, accessibile con 64 anni di età e 20 anni di versamenti ed è rivolta ai lavoratori cc.dd. “contributivi puri”, che hanno iniziato a lavorare e versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995. Inoltre, l’accesso a tale trattamento pensionistico presuppone che l’importo della pensione sia almeno triplo rispetto all’assegno sociale. Anche in questo caso, per le donne con figli sono previsti benefici: ogni figlio consente uno sconto di 4 mesi sull’età pensionabile, che può arrivare a 16 mesi per chi ha avuto almeno quattro figli. Inoltre, per le donne, il requisito dell’importo minimo della pensione può essere anche pari a 2,6 volte l’assegno sociale, se hanno avuto più di un figlio, o a 2,8 volte se ne hanno avuto uno solo.
Non tutte le modifiche del 2025 sono vantaggiose. Alcune novità, soprattutto per chi ha carriere contributive brevi, risultano problematiche. Ad esempio, aumenta il valore dell’assegno sociale, complicando così l’accesso ai requisiti minimi per entrambe le opzioni pensionistiche. L’assegno sociale nel 2024 ammontava a 534,41 euro al mese. Nel 2025 invece aumenterà dell’1% a causa della rivalutazione, arrivando a circa 540 euro e rendendo più difficile raggiungere le soglie richieste per accedere al trattamento previdenziale.
Discorso in parte diverso per le donne con figli, per le quali infatti, anche nel 2025, si confermano regole più favorevoli. Chi ha avuto uno o due figli potrà ottenere un trattamento pensionistico calcolato con coefficienti relativi a un’età superiore rispetto a quella effettiva di pensionamento: ad esempio, per la pensione di vecchiaia a 67 anni verrà applicato il coefficiente dei 68 anni. Per la pensione anticipata contributiva a 64 anni, sarà utilizzato il coefficiente dei 65 anni.
Se invece i figli sono più di due, i coefficienti applicati saranno ancora più vantaggiosi: 69 anni per la pensione di vecchiaia e 66 anni per quella anticipata.
Un altro elemento critico riguarda i coefficienti di trasformazione, aggiornati dal Ministero del Lavoro ogni due anni in base all’aspettativa di vita. Con l’aumento della speranza di vita, questi coefficienti peggiorano, rendendo più difficile raggiungere le soglie minime per ottenere la pensione. Poiché i coefficienti trasformano il montante contributivo in assegno mensile, il loro peggioramento costituisce un ulteriore ostacolo per i lavoratori e le lavoratrici che desiderano accedere al sistema previdenziale nel 2025. Per una più approfondita disamina della questione, si rinvia a questo articolo.
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