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Pensioni, niente aumento automatico dell’età pensionabile, si andrà a 64 anni anche nel 2028: ecco le novità del Governo

Pubblicato il: 13/07/2025

È sempre più concreta l’ipotesi che, con la prossima legge di bilancio, venga bloccato l’incremento automatico dei requisiti per accedere alla pensione, previsto per il biennio 2027-2028. La misura, già riportata nei dati Istat e nelle tabelle programmatiche della Ragioneria generale dello Stato, porterebbe a un innalzamento generalizzato dei requisiti anagrafici e contributivi. Tuttavia, l’esecutivo sta valutando di sospenderne l’efficacia.
L’automatismo, introdotto in passato per garantire l’equilibrio finanziario del sistema previdenziale in un Paese caratterizzato da un forte invecchiamento demografico, comporterebbe:
  • il passaggio da 67anni a 67 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia;
  • un aumento da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 1 mese per la pensione anticipata degli uomini;
  • l'innalzamento da 41 anni e 10 mesi a 42 anni e 1 mese per quella delle donne.
Le intenzioni del Governo e l’incertezza sull’ambito del blocco
Il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita rappresenterebbe un cambio di rotta rispetto a quanto pianificato e troverebbe fondamento nella necessità di adattare il sistema a un mercato del lavoro segnato da discontinuità, carriere non lineari e difficoltà contributive.
Il ministro dell’Economia Giorgetti e il sottosegretario Durigon hanno confermato che la sospensione sarà uno dei punti cardine della prossima manovra. Tuttavia, al momento non è chiaro se il congelamento riguarderà soltanto l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia o anche i requisiti per l’anticipo contributivo. La sola certezza è che – nelle intenzioni del Governo – l’età minima non supererà i 67 anni almeno fino al 2029.

I rilievi dell’Upb: equilibrio intergenerazionale e rischio pensioni inadeguate
Sulla proposta dell’esecutivo si è espresso con cautela l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che ha evidenziato i possibili effetti negativi di un intervento del genere. Secondo la presidente Lilia Cavallari, l’automatismo legato alla speranza di vita costituisce uno strumento essenziale per distribuire, in modo trasparente e prevedibile, il rischio demografico tra generazioni e per preservare l’equilibrio strutturale tra spesa pensionistica e prodotto interno lordo.
Lo stesso Upb richiama il precedente del 2019, quando un blocco parziale fu applicato ai lavoratori impegnati in mansioni gravose e alle pensioni anticipate. Una misura del genere è tuttora in vigore e potrebbe costituire il modello di riferimento per un nuovo intervento, eventualmente accompagnato da correttivi finanziari come le cosiddette finestre mobili.
Al di là della sostenibilità dei conti pubblici, l’Ufficio parlamentare di bilancio segnala anche il rischio che, in assenza di un adeguamento ancorato all’aspettativa di vita, le pensioni future risultino inadeguate, specie per i giovani e per chi ha alle spalle percorsi occupazionali discontinui. Secondo l’analisi tecnica, le prestazioni previdenziali potranno mantenere un livello accettabile solo se il mercato del lavoro sarà in grado di garantire carriere durature e sufficientemente retribuite. In caso contrario, il blocco rischia di compromettere l’equità generazionale e di accrescere la pressione sugli strumenti assistenziali.


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