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Sconti TARI 2025, ecco tutte le riduzioni, esenzioni e bonus previsti per la tassa sui rifiuti: tutti i casi e requisiti

Pubblicato il: 12/04/2025

La TARI – disciplinata dal D. Lgs. 15 novembre 1993, n. 507 – rappresenta un incubo per milioni di cittadini già pesantemente messi in difficoltà dai rincari sulla spesa ma, allo stesso tempo, è un’entrata molto importante per le casse dei Comuni, in quanto destinata ad organizzare al meglio il servizio di raccolta dei rifiuti.

Essa si basa su un sistema di calcolo che prende in considerazione la superficie dell'immobile e il numero di persone che lo abitano. In pratica, si paga una tassa fissa legata alla grandezza della casa e al numero di residenti, senza tenere conto della quantità effettiva di rifiuti prodotti. La responsabilità della gestione e della determinazione delle tariffe TARI è affidata agli enti locali comunali. Sono questi ultimi a fissare le aliquote, in base al costo complessivo del servizio di gestione rifiuti e alla regolamentazione stabilita dalla normativa nazionale.

Esiste una rete di agevolazioni a livello nazionale e locale che – in vario modo – taglia i costi della TARI. Anzitutto, se l'immobile è disabitato e versa in condizioni che non ne rendono possibile l'abitabilità, è possibile chiedere l'esenzione dal versamento della tassa sui rifiuti. La specifica agevolazione può scattare se nell'appartamento non vi sono elementi di arredo, né allacci di utenze luce, acqua e gas.

Per andare esenti dal pagamento della TARI, sarà necessario dimostrare che l’immobile in questione è diventato oggettivamente inutilizzabile e, in quanto tale, inidoneo a produrre rifiuti. Inidoneità che non deve essere presunta ma “riscontrabile in base ad elementi obiettivi direttamente rilevabili o da idonea documentazione” (cfr. Corte di Cassazione, ordinanza n. 1711/2017).

A titolo esemplificativo sono inidonei a produrre rifiuti, per loro intrinseca natura o per l’uso cui sono destinati, i seguenti immobili/locali:

  • i fabbricati oggettivamente inagibili e di fatto inutilizzati;
  • i fabbricati oggetto di ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo in presenza di regolare licenza, permesso, concessione o autorizzazione, limitatamente al periodo di validità del provvedimento e, comunque, non oltre la data di effettiva ultimazione dei lavori;
  • locali stabilmente riservati ad impianti tecnologici ove non si abbia, di regola, presenza umana (quali cabine elettriche, vani ascensori, celle frigorifere, locali di essiccazione e stagionatura senza lavorazione, silos e simili);
  • aree di impianti sportivi, siano essi aree scoperte o locali chiusi, dedicati alla pratica sportiva in senso stretto (rimangano invece oggetto di tassazione i servizi igienici, gli spogliatoi, gli uffici);
  • edifici di esercizio pubblico del culto;
  • aule adibite esclusivamente ad attività di catechismo.

Risultano poi escluse, per legge, dalla TARI le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, nonché le aree comuni condominiali di cui all’art. 1117 del codice civile che non siano detenute o occupate in via esclusiva, come androni, scale, ascensori, stenditoi o altri luoghi di passaggio o di utilizzo comune tra i condomini.

Il legislatore ha, poi, individuato anche alcune fattispecie in cui i Comuni sono obbligati a riconoscere una riduzione della TARI. Più in particolare:

  • art. 1, comma 649, secondo periodo, L. 147/2013: prevede la riduzione della quota variabile in misura proporzionale alle quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani che il produttore dimostra di aver avviato al riciclo;
  • art. 1, comma 656, L. 147/ 2013: prevede la riduzione per mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero per effettuazione del servizio in grave violazione della disciplina di riferimento, ovvero per interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi, che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente; in queste ipotesi la TARI è dovuta nella misura massima del 20%;
  • art. 1, comma 657, L. 147/2013: prevede la riduzione per le zone in cui non è effettuata la raccolta; in questi casi la TARI è dovuta nella misura massima del 40%.

Le riduzioni previste dai citati commi 656 e 657 si limitano a prevedere la misura massima dell’esenzione, ma è evidente che è a discrezione del singolo Comune disciplinare, nel proprio regolamento, in modo puntuale l’agevolazione, prevedendo una diversa percentuale di riduzione, oppure più percentuali.

Va poi menzionato il Bonus TARI 2025, un’agevolazione volta a ridurre l’imposta sui rifiuti per le famiglie con ISEE basso che si sostanzia nel taglio del 25% dell’importo da pagare. Il D.P.C.M. n. 24/2025, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 marzo 2025, ha disciplinato i criteri di accesso e le modalità di fruizione del beneficio ed è entrato in vigore a partire dal 28 marzo 2025.

Il decreto in esame stabilisce che possono accedere al bonus i nuclei familiari che siano in possesso dei seguenti requisiti:

  • ISEE inferiore alla soglia minima stabilita dal Governo, pari a 9.530 euro annui (elevato a 20.000 euro per i nuclei con almeno quattro figli a carico);
  • il richiedente deve essere il titolare dell'utenza TARI per cui intende richiedere il beneficio, e deve essere residente stabilmente nell'immobile a cui tale utenza è collegata;
  • regolarità nei pagamenti pregressi: salvo comprovate situazioni di disagio economico, il contribuente deve risultare in regola con il pagamento della TARI negli anni precedenti.

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