Gli Stati Uniti hanno ufficialmente abbandonato gli Accordi di Parigi per il clima, un trattato che impegna i Paesi firmatari a mettere in atto misure per contenere il riscaldamento globale. La decisione è stata presa dal presidente Donald Trump, che ha firmato un ordine esecutivo in tal senso. Inoltre, sono stati annunciati lo stop agli incentivi per le auto elettriche e l’incremento della produzione di petrolio. Queste scelte non giungono inaspettate, essendo state più volte dichiarate nel corso della campagna elettorale e segnano un cambio di passo evidente nella politica ambientale statunitense, con ripercussioni anche nel mondo della finanza.
Il settore finanziario e il declino dell’ESG
Il cambiamento di rotta ha influenzato le principali società di gestione patrimoniale, come BlackRock e JPMorgan Chase. Larry Fink, CEO di BlackRock, ha smesso di utilizzare il termine ESG (Environmental, Social and Governance), in quanto ormai eccessivamente politicizzato. Questo ha portato la società a ritirarsi dalla Net Zero Asset Managers, un’iniziativa che punta a raggiungere zero emissioni nette di gas serra entro il 2050. A una decisione analoga è giunta JPMorgan Chase, che ha abbandonato la Net Zero Banking Alliance, un’associazione bancaria con obiettivi simili. Anche altri grandi gruppi finanziari statunitensi, tra cui Citigroup, Bank of America, Goldman Sachs, Wells Fargo e Morgan Stanley, si sono mossi nella stessa direzione.
Queste scelte si allineano alla nuova politica voluta da Trump, ma trovano le loro radici in una pressione crescente da parte dei governatori repubblicani, che da tempo promuovono normative anti-ESG e supportano cause legali contro i gestori di fondi, accusandoli di anteporre considerazioni ambientali ai rendimenti economici.
Il calo degli investimenti nel clima negli Stati Uniti
Parallelamente, si registra una riduzione degli investimenti globali nelle startup climatiche. Secondo un’analisi della Sightline Climate, nel 2024 il settore ha ricevuto 30 miliardi di dollari, segnando un calo del 13% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, un’analisi del Financial Times invita a evitare interpretazioni affrettate, sottolineando che molte aziende impegnate nella lotta ai cambiamenti climatici sono ormai uscite dalla fase di startup e prediligono finanziamenti bancari rispetto ai fondi di venture capital.
L’Europa conferma il suo impegno per la sostenibilità
Mentre negli Stati Uniti il trend appare in calo, in Europa la sostenibilità rimane una priorità. L’Unione Europea si concentra sulla lotta al greenwashing, ovvero sulle false dichiarazioni ambientali da parte delle aziende, per garantire agli investitori informazioni affidabili.
Alla fine del 2024, la Commissione Europea ha introdotto nuove linee guida per aiutare le imprese ad adeguarsi alle normative in materia di sostenibilità. Tra le principali novità vi è l’obbligo di digitalizzare i report di sostenibilità, per favorire l’accesso ai dati e il confronto tra diverse aziende. Inoltre, dal 2025, le imprese applicheranno la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), imponendo la pubblicazione di report dettagliati sulle loro performance ambientali.
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