(Adnkronos) – Si sono chiusi da pochi giorni i termini per lapartecipazione all’Avviso 1/2025 di Fondirigenti, il fondo interprofessionale di Confindustria e Federmanager leader in Italia per il finanziamento della formazione del management. E la risposta delle imprese è stata molto chiara: quelle connesse alla trasformazione digitale e alla gestione del principale patrimonio aziendale, le persone, sono le due sfide che più di tutte caratterizzano i nuovi scenari competitivi e che richiedono le maggiori e le più aggiornate competenze manageriali, ancor più della instabilità dei mercati globali e della transizione verso la sostenibilità. E questo si traduce in una ulteriore crescita del fabbisogno di formazione manageriale. Il successo dell’iniziativa testimonia il forte interesse delle imprese per questi temi. A fronte di uno stanziamento di 10 milioni di euro, sono ben 1072 i piani formativi presentati, per un totale di risorse richieste di circa 13milioni di euro, con il coinvolgimento di 2397 dirigenti (in media 2 dirigenti per piano) per 112.356 ore di formazione. 11 sono in particolare i Piani aggregati, che vedono il coinvolgimento di 39 imprese che, in varie forme, collaborano tra di loro, ad esempio nelle filiere, nelle reti, nella catena di subfornitura. Le grandi imprese rappresentano quasi la metà dei proponenti (con prevalenza in Lombardia e Emilia-Romagna), ma è buona la partecipazione delle medie (con prevalenza in Emilia-Romagna e Veneto). Ed è in crescita anche la partecipazione delle piccole imprese, alle quali l’Avviso ha riservato una specifica premialità, che superano il 16%. Insieme, le pmi rappresentano il 54% delle aziende partecipanti. La Lombardia si afferma come best performer seguita da Emilia-Romagna e Veneto. Fra le regioni del Sud, la Campania è in testa alla classifica. “Con l’Avviso 1/2025 – spiega il dg di Fondirigenti, Massimo Sabatini – abbiamo voluto offrire a manager ed imprese strumenti utili per affrontare le grandi trasformazioni che caratterizzano questa fase così incerta e che investono tutti gli aspetti del ‘fare impresa’, dalla produzione, all’organizzazione, alla valorizzazione del capitale umano: con le loro scelte, le imprese ci mostrano con chiarezza che la trasformazione digitale delle imprese e il ruolo delle persone che devono utilizzarle sono due facce della stessa medaglia, e che il manager di oggi deve possedere competenze avanzate per curare, allo stesso modo e al tempo stesso, entrambi i profili”. Nel panorama delle sfide aziendali attuali, due temi emergono infatti con forza: l’innovazione tecnologica e digitale, che riguarda il 51% dei piani, e il people management, con il 32%: insieme, queste due tematiche interessano oltre l’80% dei Piani. Ma queste scelte strategiche si distribuiscono in modo diverso tra grandi imprese e pmi. Le grandi aziende puntano infatti con decisione sulla valorizzazione del capitale umano, un investimento coerente con strutture organizzative complesse che richiedono competenze manageriali evolute e una gestione sofisticata delle risorse. Le pmi, invece, sfruttano la loro agilità per concentrarsi sull’innovazione tecnologica, cercando soluzioni smart per competere in mercati sempre più caratterizzati da una digitalizzazione ogni giorno più accelerata. Non manca, ma rimane più contenuto, l’interesse per competenze legate all’Internazionalizzazione, all’analisi dei mercati, alla pianificazione della supply chain e alla gestione del rischio. O quello per la Sostenibilità, non più vista solo come un obiettivo ambientale, ma come una vera e propria leva di trasformazione organizzativa. Attorno a questo concetto ruotano infatti parole chiave come leadership, governance e strategie, segno di un cambiamento sistemico che tocca l’intera impresa. Modelli di innovazione, economia circolare ed efficienza energetica si fanno strada, a loro volta, come tematiche significative, e non manca, infine, chi fa riferimento alla crescita inclusiva, che mette al centro non solo i processi, ma anche le persone e i valori che guidano le scelte aziendali. Ma in maniera molto più significativa, le parole chiave più ricorrenti dei piani presentati sono Intelligenza Artificiale, digitalizzazione, gestione del dato: ed è ben presente il tema cybersicurezza, ad indicare una crescente consapevolezza dei rischi e la necessità di pianificare con attenzione l’adozione delle nuove tecnologie. E il fatto che la rivoluzione digitale sia una trasformazione davvero complessiva lo testimonia il fatto che anche i piani dell’altra area d’intervento preferita dalle imprese, quella del people management, mostra con forza l’emergere nei piani di parole chiave come leadership, analytics, strategie, data driven organization, performance, che suggeriscono un approccio sempre più orientato all’efficienza, alla misurazione dei risultati, all’uso dei dati per guidare le persone attraverso il cambiamento. Rispetto alle metodologie di formazione, quella in presenza (nelle varie forme esperienziali e d’aula) si conferma nettamente come la più utilizzata (93%). La fad viene perlopiù impiegata a supporto della formazione in presenza e, sul totale delle ore previste, rappresenta il 7%, di cui il 5% in modalità sincrona e il 2% asincrona, un dato in linea con i precedenti Avvisi. “L’ottimo risultato dell’Avviso – commenta il presidente di Fondirigenti, Marco Bodini – evidenzia il ruolo prezioso della formazione manageriale nella fase attuale di incertezza: una formazione efficace, infatti rende più resilienti le imprese e più capaci i manager nell’affrontare queste grandi trasformazioni, e nel guidare aziende e persone attraverso di esse. Il crescente ricorso a questa leva di competitività fa capire che la consapevolezza sul significato di queste sfide non manca, e che le imprese e i dirigenti vogliono partecipare da protagonisti”. I piani saranno valutati da una Commissione esterna che si insedierà a partire dal mese di giugno La graduatoria dei Piani valutati sarà pubblicata sul sito di Fondirigenti. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
[mc4wp_form id="5878"]Imprese, Fondirigenti: tecnologia e capitale umano priorità manager italiani
