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PMI e ripresa dell’Eurozona: cosa suggeriscono gli ultimi dati sui tassi BCE

La settimana si chiude sui mercati con una serie di indici PMI delle principali economie della zona euro, che riportano alla luce alcune preoccupazioni sulla ripresa economica dell’Eurozona. Questi dati, combinati con la frenata delle big tech statunitensi, tra cui Nvidia, evidenziano una flessione nei listini europei.

Analisi dei Dati PMI di Giugno

I dati preliminari per il mese di giugno mostrano un’economia dell’Eurozona in rallentamento. Per la prima volta in quattro mesi, il volume dei nuovi ordini è diminuito, causando una decelerazione della crescita dell’attività economica e dell’occupazione. La fiducia è scesa ai minimi da febbraio, mentre i tassi d’inflazione dei costi di acquisto e dei prezzi di vendita sono scesi ai minimi rispettivamente in sei e otto mesi. Il rallentamento dell’attività economica di giugno segnala un indebolimento della crescita nel settore terziario e una riduzione più marcata della produzione manifatturiera, che ha registrato il crollo più significativo in un anno. Questi dati suggeriscono che la crescita del secondo trimestre potrebbe essere più lenta di quanto previsto inizialmente, non favorendo ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE a luglio.

PMI dell’Eurozona deludono le attese

I primi segnali dai PMI della zona euro non sono incoraggianti. I dati francesi e tedeschi sono scesi, deludendo le aspettative, mentre l’indice composito europeo è sceso a 50,8 punti rispetto ai 52,2 punti della lettura precedente, mancando le attese del consensus Bloomberg di 52,5 punti. Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank, attribuisce il peggioramento del settore dei servizi e di quello manifatturiero francese ai recenti risultati elettorali del Parlamento Europeo e all’annuncio del presidente Emmanuel Macron di elezioni anticipate al 30 giugno. Questo scenario ha alimentato incertezze sulla politica economica futura, costringendo molte aziende a frenare nuovi investimenti e ordini.

Implicazioni per la Politica Monetaria della BCE

Cyrus de la Rubia sottolinea che, nonostante il taglio degli interessi di giugno da parte della BCE, i dati attuali non supportano un ulteriore taglio dei tassi a luglio. Le aziende dei servizi in Germania hanno aumentato i prezzi di vendita a un tasso maggiore rispetto a maggio, e i costi di acquisto della regione sono aumentati per la prima volta da febbraio 2023. Questo potrebbe portare a una nuova inflazione dei prezzi di vendita nel settore manifatturiero dell’Eurozona, dopo una deflazione durata 14 mesi.

Preoccupazioni sul Processo di Ripresa

Gli strategist di Mps Capital Services indicano che il PMI composito dell’area euro è entrato in territorio di espansione solo a marzo, segnalando un allontanamento dalla stagnazione economica. A meno di sorprese estremamente positive dalle economie di Italia e Spagna, questi numeri reintroducono timori sul processo di ripresa. Gli ultimi mesi hanno mostrato un miglioramento del sentiment delle imprese e una crescita del PIL nel primo trimestre superiore alle aspettative. Tuttavia, il calo dell’indice composito da 52,2 a 50,8 punti indica che la crescita nel secondo trimestre potrebbe essere leggermente inferiore allo 0,3% osservato nel primo trimestre.

Conclusioni

L’economia dell’Eurozona mostra segni di miglioramento rispetto al 2023, ma restano presenti venti contrari. Le elezioni francesi di fine mese sono uno degli ultimi fattori politici che potrebbero influenzare ulteriormente la ripresa economica.

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