Pubblicato il: 07/01/2025
La L. 30/12/2024, n. 207 ha riconfermato, anche per il 2025, la versione dell’APE sociale prevista dalla precedente legge di bilancio e incrementato l’autorizzazione di spesa, prevista nella norma originaria che dispone la misura:
- di 114 milioni di euro per l’anno 2025;
- di 240 milioni di euro per l’anno 2026;
- di 208 milioni di euro per l’anno 2027;
- di 151 milioni di euro per l’anno 2028;
- di 90 milioni di euro per l’anno 2029;
- di 35 milioni di euro per l’anno 2030.
Ma in cosa consiste, nel dettaglio, la prestazione APE Sociale?
Si tratta di un’indennità a carico dello Stato, erogata dall’INPS destinata a coloro che hanno compiuto, o compiranno entro il 31 dicembre, 63 anni e 5 mesi (contro i 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia) e che appartengono a una delle seguenti categorie di lavoratori iscritti all’INPS, inclusi quelli in gestione separata:
- caregiver che assistono da almeno sei mesi il coniuge, una persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap grave ai sensi dell'art. 33 Legge 104, oppure parenti di secondo grado conviventi, se i genitori o il coniuge della persona disabile hanno superato i 70 anni, sono affetti da patologie invalidanti o sono deceduti o assenti;
- invalidi civili con almeno il 74% di invalidità;
- lavoratori impiegati in attività gravose, per almeno 7 degli ultimi 10 anni o almeno 6 degli ultimi 7 anni in modo continuativo;
- disoccupati a causa di licenziamento, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale nell'ambito di un licenziamento economico o fine di un contratto a termine, purché abbiano lavorato come dipendenti per almeno 18 mesi nei 36 mesi precedenti la fine del rapporto di lavoro e abbiano terminato di percepire l'indennità di disoccupazione da almeno tre mesi (Naspi, Dis-Coll).
La misura dell'indennità è pari a un massimo di 1.500 euro lordi. Il reddito da lavoro dipendente o autonomo non può superare il tetto dei 5.000 euro annui. Per calcolare questa soglia, si considerano i redditi percepiti nell'anno solare di accesso all’APE, includendo quelli precedenti al mese di decorrenza e successivi al raggiungimento dei 67 anni.
Per accedere alla prestazione, prima di presentare la domanda di prepensionamento, è necessario presentare la domanda di certificazione del diritto. Occorre, cioè, chiedere all’INPS se effettivamente si ha diritto alla misura. Una volta presentata domanda, la decorrenza del trattamento parte dal primo giorno del mese successivo a quello del raggiungimento dei requisiti. I lavoratori che maturano i requisiti nel corso dell’anno 2025 devono produrre l’istanza di certificazione del diritto entro il 31 marzo 2025, entro il 15 luglio 2025 ed entro il 30 novembre 2025.
Ma oltre all’APE sociale – sembra utile rammentare – c’è anche un’altra possibilità riservata alle lavoratrici che, al momento della domanda e da almeno sei mesi, assistono un parente convivente con disabilità grave. Si fa riferimento alla c.d. “Opzione donna”.
Per usufruire di questa via agevolata, è necessario che l’interessata abbia maturato determinati requisiti alla data del 31 dicembre 2024:
- aver compiuto almeno 61 anni (l’età scende a 60 anni, se la donna ha un figlio; se ha due o più figli, l’età si riduce ancora a 59 anni);
- aver raggiunto almeno i 35 anni di anzianità contributiva.
Peraltro, la modalità “Opzione donna” prevede un periodo finestra (cioè, il periodo di attesa per il primo pagamento pensionistico) di 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi dalla maturazione dei presupposti per le lavoratrici autonome.
Per le lavoratrici caregiver, come si anticipava, la convivenza con il familiare da assistere è un elemento inderogabile per poter accedere ad Opzione donna dal momento che, come ha precisato lo stesso istituto previdenziale Inps, il “requisito dell’assistenza si considera soddisfatto in presenza di convivenza”.
Sul punto occorre fare riferimento alla Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 18 febbraio 2010, dove vengono forniti chiarimenti sul concetto di convivenza. Ai fini dell’accertamento del requisito della convivenza, si legge nel documento, è “condizione sufficiente la residenza nel medesimo stabile, allo stesso numero civico, anche se non necessariamente nello stesso interno (appartamento)”.
Inoltre i sei mesi di assistenza alla persona con handicap in situazione di gravità devono intendersi continuativi.
Infine, c’è un’ulteriore modalità di accesso alla pensione anticipata per i caregiver: si tratta della c.d. Quota 41 precoci. È una strada riconosciuta, indipendentemente dall’età, a coloro che hanno versato 41 anni di contributi. Di questi 41 anni per la Quota 41 precoci, almeno 12 mesi devono essere stati versati prima di aver compiuto i 19 anni di età. Questo requisito è quello che serve per essere riconosciuti precoci.
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